Regia
AUTORE Giuliano Bozzo
GENERE Commedia Dialettale
LINGUA Italiano
DURATA 110’ circa
ATTI 2
PUBBLICO Adatto a tutti
Trama
Commedia brillante che esalta un ricco tourbillon di personaggi ben caratterizzati e colorati nelle loro molteplici sfaccettature: la moglie Adele, saggia ma ironica, il glio Piermaria, impegnato e altruista, la glia Marinamaria “chic & snob”, una colf “rock & roll”, una suocera scaltra e divertente, un fratello “love & peace”… ma soprattutto lui, “Elcandegesso”… cercheranno di tener testa ad un Giansilvio che rappresenta con più o meno eccessi l’italiano medio che alberga in ognuno di noi. Giansilvio Berlani è un manager cinquantenne tutto d’un pezzo impiegato da trent’anni in una grossa azienda che a seguito di una fusione estera non esita a sostituirlo. Ma lui, uomo borioso ed arrogante, che sino ad allora aveva denigrato i poareti nullafacenti come il fratello, le frequentazioni poco consone dei gli e la poco rappresentativa professione di parrucchiera della moglie, non si preoccupa troppo, ritenendosi comunque molto appetibile per il mercato, forte dei suoi investimenti fatti negli ultimi anni che gli garantiscono un sereno futuro. Ma… la dura realtà sarà un’altra! Solo la forza trascinatrice della moglie, la ritrovata unione familiare e (perché no?) un colpo di fortuna riusciranno a non far annegare Giansilvio nel burrascoso mare delle sue certezze. Colpi di scena, gag esilaranti e ritmo frenetico non mancano di alternarsi sul palco con lo scopo di farvi divertire senza farvi smettere di pensare.
Note di regia
Il tema a rontato è sicuramente uno dei più drammatici vissuti negli ultimi anni da lavoratori ed imprenditori di tutta Italia con una particolare concentrazione nel Veneto della crisi, ma troppo spesso questi fatti vengono seguiti molto distrattamente dai più, relegandoli a meri articoli di cronaca. Poiché ci eravamo posti come obiettivo la realizzazione di uno spettacolo in dialetto veneto, non ho saputo resistere alla tentazione di riportare all’attenzione del pubblico, seppur in chiave ironica, il dramma vissuto da tante famiglie venete, a vario titolo. ELCANDEGESSO (“de oro”) che troneggia in mezzo alla stanza, quasi fosse un idolo ereditato da un popolo antico, rappresenta proprio l’e meratezza delle nostre convinzioni, delle nostre certezze attorno alle quali costruiamo un castello di carte che crolla alla prima folata di vento un po’ più forte. Ma rappresenta anche l’ottusità, la chiusura, la disconferma della comunicazione familiare, causa prima di incomprensioni, mal vivere e rottura dei rapporti familiari. Una commedia certamente divertente e coinvolgente che non mancherà però di far discutere il pubblico in sala. Quanti si riconosceranno in Giansilvio? E quanti in Adele o in uno degli altri personaggi, archetipi di un mondo di certo non passato ma che rappresenta l’attualità, spesso spietata? Alla ¬ne… fatecelo sapere, siamo curiosi!

